Nella sua vita, Lazarus era già sopravvissuto a un incidente stradale: era stato investito, ma si era rimesso. Tempra forte dunque. E quando è successo che dopo una settimana nella gabbia, il veterinario è venuto per praticargi l’iniezione per sopprimerlo, le cose non sono andate come al solito. Il veterinario ha eseguito varie eutanasie a tutti gli animali giunti alla fine della loro “residenza”. E poi ha fatto un giro di controllo per accertarsi che tutti fossero davvero deceduti. Ma arrivato al corpo di Lazarus, ha sentito che il cuor batteva ancora, anche se molto lievemente. Ha dunque praticato una seconda iniezione di eutanasia. Questa volta è rimasto accanto al cane, gli ha auscultato il cuore. E non ha avuto dubbi: per quanto forte fosse il cuore di quel povero cane, aveva smesso di battere. Se ne poteva dunque certificare ufficialmente la morte. Gli addetti hanno chiuso le gabbie dei cani deceduti, in attesa che il turno della mattina li prelevasse. Dopodiché il veterinario e i dipendenti se ne sono andati a casa. Ma quando è arrivato il turno della mattina: sorpresa! Lazarus era in piedi nella sua gabbia, forse un po’ intontito, ma allegro, con la coda scodinzolante. Aveva anche finito quel poco di mangiare che era rimasto nella sua ciotola la sera prima. E’ stato a questo punto che è intervenuta l’organizzazione di beneficenza “Two by Two Rescue”, specializzata nel salvare cani in situazioni disperate. L’associazione, che sopravvive solo grazie alle donazioni del pubblico, ha prelevato il bastardino dal canile, lo ha ribattezzato Lazarus, e lo ha trasferito nella casa di una delle direttrici dell’associazione, a Birmingham. Dalle foto postate su Facebook, si vede che Lazarus ora vive serenamente, gioca con un altro cane (anche lui salvato da un canile), e apprezza essere coccolato. I suoi salvatori sostengono che si tratta di un animale dolce, bene educato, pulito: “Per noi lui rappresenta un miracolo –scrivono – ed è bello essere parte di un miracolo”.
lunedì 13 giugno 2016
IL CANE CHE NON VOLEVA MORIRE: LAZARUS SOPRAVVIVE A INCIDENTE E DUE EUTANASIE -FOTO
Nella sua vita, Lazarus era già sopravvissuto a un incidente stradale: era stato investito, ma si era rimesso. Tempra forte dunque. E quando è successo che dopo una settimana nella gabbia, il veterinario è venuto per praticargi l’iniezione per sopprimerlo, le cose non sono andate come al solito. Il veterinario ha eseguito varie eutanasie a tutti gli animali giunti alla fine della loro “residenza”. E poi ha fatto un giro di controllo per accertarsi che tutti fossero davvero deceduti. Ma arrivato al corpo di Lazarus, ha sentito che il cuor batteva ancora, anche se molto lievemente. Ha dunque praticato una seconda iniezione di eutanasia. Questa volta è rimasto accanto al cane, gli ha auscultato il cuore. E non ha avuto dubbi: per quanto forte fosse il cuore di quel povero cane, aveva smesso di battere. Se ne poteva dunque certificare ufficialmente la morte. Gli addetti hanno chiuso le gabbie dei cani deceduti, in attesa che il turno della mattina li prelevasse. Dopodiché il veterinario e i dipendenti se ne sono andati a casa. Ma quando è arrivato il turno della mattina: sorpresa! Lazarus era in piedi nella sua gabbia, forse un po’ intontito, ma allegro, con la coda scodinzolante. Aveva anche finito quel poco di mangiare che era rimasto nella sua ciotola la sera prima. E’ stato a questo punto che è intervenuta l’organizzazione di beneficenza “Two by Two Rescue”, specializzata nel salvare cani in situazioni disperate. L’associazione, che sopravvive solo grazie alle donazioni del pubblico, ha prelevato il bastardino dal canile, lo ha ribattezzato Lazarus, e lo ha trasferito nella casa di una delle direttrici dell’associazione, a Birmingham. Dalle foto postate su Facebook, si vede che Lazarus ora vive serenamente, gioca con un altro cane (anche lui salvato da un canile), e apprezza essere coccolato. I suoi salvatori sostengono che si tratta di un animale dolce, bene educato, pulito: “Per noi lui rappresenta un miracolo –scrivono – ed è bello essere parte di un miracolo”.
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