Amore incondizionato tra Canelo e il suo amico umano erano inseparabili. Nella città di Cadice in Spagna, Canelo e il suo padrone erano inseparabili. Il padrone, affetto da una grave malattia, era costretto a recarsi in ospedale una volta a settimana per fare dei trattamenti di dialisi e il suo cane lo attendeva immobile all’ingresso dell’ospedale.
Una volta a settimana quelle passeggiate avevano un percorso e una destinazione fissi: i due andavano all’ospedale Puerta de Mar. Lì, l’uomo, che aveva problemi ai reni, doveva sottoporsi alla dialisi e ogni volta la scena era sempre la stessa: «Lui diceva “Canelo aspettami qui”, e il cane rimaneva diligentemente ad attenderlo. Quando lo vedeva uscire dalla porta dell’ospedale sfogava tutta la sua gioia, a suon di scodinzolate, e così riprendevano la passeggiata di ritorno verso casa.
Ma un giorno purtroppo da quella porta l’uomo non è più uscito: durante la dialisi si sono verificate delle complicazioni ai reni ed è morto. Erano i primi anni '90 e da quel momento Canelo ha aspettato il suo amico umano senza muoversi. Il suo desiderio di rivederlo, di ripercorrere la strada verso casa, era più forte della fame e della sete.
Il cane è rimasto sempre lì, accanto a quella porta. E intanto le ore si sono trasformate in giorni d’attesa, poi mesi e poi anni. Sotto la pioggia o il sole cocente, al freddo o con il vento, Canelo per 12 lunghi anni non si è mai mosso.
Ormai il personale dell’ospedale lo conosceva bene e conoscevano anche la sua storia, la sua fedeltà e il suo amore per quel loro paziente che non ce l’aveva fatta a vincere la sua battaglia contro la malattia. E così un po’ tutti hanno iniziato a prendersi cura di lui, rispettando il suo dolore e il suo desiderio di non spostarsi da quel posto: hanno iniziato a offrirgli acqua, cibo e anche carezze per rendergli le giornate meno pesanti.
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